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“E tornare a viaggiare…”: pass verdi Covid per salvare l’estate

Un documento vaccinale tra le misure allo studio per riprendere a viaggiare

Mobilità in sicurezza e coordinata per tutti i cittadini europei che non vedono l’ora di tornare alla vita che conducevano prima dell’esplosione della pandemia da SARSCoV2. Per assicurarsela sarà necessario un pass che attesti l’avvenuta vaccinazione, oppure di essere risultati negativi al test o, ancora, di essere guariti dal Covid-19 ed avere sviluppato gli anticorpi.

“Col certificato vaccinale puntiamo ad aiutare gli Stati membri a ritornare” a mobilità in sicurezza e coordinata, ha detto ieri la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in conferenza stampa per la presentazione di un nuovo pacchetto di misure per revocare le limitazioni ai viaggi.

L’Unione europea è al lavoro da diverse settimane per la creazione ed il perfezionamento di una sorta di passaporto vaccinale che consenta la circolazione dei cittadini in sicurezza sul suolo comunitario. Se si pensa all’estate, e non mancano poi molti mesi, questi lasciapassare permetterebbero la ripresa dei viaggi internazionali per lavoro e per turismo. Ecco perché la Commissione europea presenterà la proposta per un pass verde valido per i vaccini europei, sulla quale gli Stati membri si pronunceranno entro fine mese.

Il ‘lasciapassare’ europeo

Dovrà necessariamente contenere la prova dell’avvenuta vaccinazione o i risultati dei test per coloro che non hanno avuto ancora accesso alle campagne nazionali, come ha anticipato Ursula von derLeyen. Sarà disponibile, gratuitamente, in formato digitale o cartaceo, e conterrà un codice QR che ne garantirà la sicurezza e l’autenticità. Sarà inoltre interoperabile e legalmente vincolante per gli Stati membri e ammetterà tutti i vaccini disponibili sul mercato, come ha spiegato il commissario europeo per la Giustizia, Didier Reynders.

Ora la proposta attende solo l’approvazione degli Stati membri per formalizzare le norme che avranno valore legale sulla base di quella parte dei Trattati che regolano la libera circolazione nell’Unione. Considerata poi la fase attuativa, si dovrebbe essere pronti a partire con la nuova documentazione sanitaria alla fine di giugno. Tutto questo per viaggiare sicuri all’interno dell’Europa a 27; per il riconoscimento dei passaporti vaccinali fuori dai confini, serviranno comunque organismi internazionali come Oms, Ocse e Iata.

L’opinione del Garante privacy

Per questa nuova ‘carta di circolazione’ occorrono norme ad hoc altrimenti sarà un documento illegittimodice il Garante.

In Europa serve una norma che abbia efficacia vincolante per tutti Paesi come nel caso del regolamento perché si va ad incidere sulla libertà di circolazione che tutti i trattati europei e la carta di Nizza stabiliscono come totale, le limitazioni devono avere garanzie. Serve quindi una legge che contemperi il giusto equilibrio tra i liberi convincimenti ed i diritti fondamentali, senza operare discriminazioni.

Sul piano nazionale le cose si muovono diversamente. Il garante della privacy, circa l’esigenza di rendere l’informazione sull’essersi o meno vaccinati come condizione per l’accesso a determinati locali o per la fruizione di taluni servizi (es. aeroporti, hotel, stazioni, palestre ecc.) chiarisce che serve fare attenzione sull’obbligo di rispettare la disciplina in materia di protezione dei dati personali.

Nello specifico, i dati relativi allo stato vaccinale, sono dati particolarmente delicati e un loro trattamento non corretto potrebbe far incorrere in conseguenze gravissime per la vita e i diritti fondamentali delle persone: tradursi in discriminazioni, violazioni e compressioni illegittime di libertà costituzionali.

Dunque, il trattamento dei dati relativi allo stato vaccinale dei cittadini a fini di accesso a determinati locali o di fruizione di determinati servizi, dovrà essere oggetto di una norma di legge nazionaleconforme ai principi in materia di protezione dei dati personali. Dovrà, in particolare, rispondere ai criteri di proporzionalità, limitazione delle finalità e di minimizzazione dei dati), in modo da realizzare un equo bilanciamento tra l’interesse pubblico che si intende perseguire e l’interesse individuale alla riservatezza.

L’intervento del Parlamento

La questione dovrà essere necessariamente oggetto di una prossima segnalazione e trattazione in parlamento. In caso di mancanza di base giuridica normativa – sulla cui compatibilità con i principi stabiliti dal Regolamento Ue il Garante si riserva di pronunciarsi – l’utilizzo in qualsiasi forma, da parte di soggetti pubblici e di soggetti privati fornitori di servizi destinati al pubblico, di app e pass destinati a distinguere i cittadini vaccinati dai cittadini non vaccinati è da considerarsi illegittimo.

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